GIM-18843 ROCCALBEGNA | amiata-in-vetrina
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Attenta Rocca se il sasso scrocca!!!!

Il monito viene scherzosamente rivolto al caratteristico paese amiatino di Roccalbegna costruito ai piedi di una roccia gigantesca che lo “minaccia” dall’alto.

Il centro, ubicato nell’alta valle del fiume Albegna, è sovrastato da un'altra pittoresca rupe dove si adagia il Cassero Senese.

Il paese, di origini medievali, fu nel duecento feudo della famiglia Aldobrandeschi. Passò alla fine del secolo sotto il dominio di Siena e vi rimase fino alla metà del Cinquecento.

Con la caduta della Repubblica di Siena, i Medici si impossessarono di Roccalbegna e la cedettero alla contea di Santa Fiora. Nella seconda metà del Seicento, l'abitato passò alla famiglia senese dei Bichi, rimanendo sotto il loro controllo fino al tardo Settecento quando divenne un libero comune del Granducato di Toscana.

Il territorio comunale si estende nella parte più interna e settentrionale delle Colline dell'Albegna e del Fiora, ed è solcato dal medio corso del fiume Albegna. Confina a nord con il comune di Arcidosso, a est con il comune di Santa Fiora, a sud-est con il comune di Semproniano, a sud-ovest con il comune di Scansano e a nord-ovest con il comune di Campagnatico.

L'altitudine varia tra le più diffuse quote collinari e quelle montuose che iniziano a registrarsi nella parte settentrionale ed orientale del territorio, in prossimità delle prime pendici del massiccio montuoso del Monte Amiata.

Mentre la frazione di Cana si eleva a 480 metri s.l.m.,

il centro di Roccalbegna è a 522 metri s.l.m. (quote simili si registrano anche a Santa Caterina e a Vallerona), 

mentre la località di Triana è situata alla quota di 769 metri s.l.m. che corrisponde alla stessa altitudine della vetta del Monte Faete che si eleva all'estremità sud-occidentale del territorio comunale.

Nel territorio comunale esistono la Riserva Naturale di Bosco dei Rocconi e del Pescinello.

 

 

 

RISERVA NATURALE DI BOSCO DEI ROCCONI

 

La riserva naturale di bosco dei Rocconi è qualificata come Oasi WWF e si trova all’interno di un sito d’importanza Comunitaria nei comuni di Semproniano e Roccalbegna.

E’ caratterizzata da alti pinnacoli di roccia che sovrastano corsi d’acqua che con il loro scorrimento millenario hanno creato spettacolari canyon.

Ricopre un’area di 130 ettari con una natura aspra e selvaggia, a tratti dolce e ospitale, dove è possibile esplorare un bosco mediterraneo con alberi secolari di imponenti dimensioni.

E’ il regno del raro falco lanario.  Il WWF descrive così il sito: Ciò che caratterizza Bosco Rocconi è la sua natura aspra e selvaggia, alte pareti verticali e pinnacoli rocciosi sovrastano un bosco di latifoglie e due corsi d’acqua: l’Albegna e il Rigo, che confluiscono in un angolo soleggiato e suggestivo prima di imboccare uno spettacolare canyon lungo circa 700 metri, frutto della millenaria opera di erosione del fiume. Nelle pareti rocciose si aprono numerose spaccature e grotte di cui la più importante è il “Crepaccio Rocconi”. La flora è costituita da lecceti che vegetano sui suoli pietrosi e ben drenati, con esemplari plurisecolari aggrappati alle pareti calcaree. Il bosco sub-mediterraneo, governato per anni a ceduo, occupa circa la metà dell’oasi ed è dominato dal cerro, in associazione con molte altre specie quali ornello, carpino, sorbo, alloro. Molto interessante è la presenza di alcuni faggi e aceri montani che, a causa del fenomeno di inversione termica, crescono nel più fresco fondovalle ad un’altezza di circa 300 metri s.l.m.. La vegetazione ripariale è costituita da pioppi, salici e frassini, alberi dotati di apparati radicali adattati a resistere alle notevoli variazioni del regime idrico dell’Albegna.Molto ricca la fauna, a cominciare coi rapaci rappresentati da ben otto specie nidificanti tra i quali il raro falco lanario, simbolo dell’oasi, il biancone, l’aquila dei serpenti. Di elevato interesse ornitologico anche il merlo acquaiolo, il passero solitario e il picchio muraiolo che frequenta le pareti più verticali.

 

 

 

LA RISERVA DEL PESCINELLO

 

E’ LOCALIZZATA  nell’Alta valle dell’Albegna, sulla riva sinistra del fiume, a monte dell’abitato di Roccalbegna. Si estende su una superficie complessiva di 149 ettari con un’area contigua di altri 92. Il territorio è collinare, con rilievi come Poggio Crivello e Poggio Cerrino, che hanno altezze medie superiori agli 800 metri sul livello del mare.

Presenta la stessa formazione geologica della Riserva di Rocconi con calcari vari: rosso ammonitico, a calacareniti, ad argilliti e a diaspri. Il territorio è notevolmente accidentato con ripidi crinali che ospitano una flora e una fauna pregevole. Alcune pareti di roccia calcarea, esposte a sud completano la varietà del territorio. La Riserva è ricca d’acqua: sorgenti, stagni, risorgive e abbeveratoi sono presenti in gran numero e contribuiscono a mantenere elevata la biodiversità del territorio. La flora di questa area è un vero tesoro verde. Il difficile accesso a molte zone boscate, il taglio moderato ed attuato con metodi antichi hanno fatto sì che all’interno della Riserva sopravvivessero vecchi alberi di dimensioni straordinarie.

La ricchezza di acqua (da cui forse deriva il nome Pescinello) ha permesso la sopravvivenza di una fauna minore, altrove minacciata o addirittura estinta. Negli stagni e nelle sorgenti oltre ai comuni tritoni, crestato e italico, sono presenti due rarità: l’ululone dal ventre giallo e il gambero di fiume.

 

 

Lo stemma del Comune di Roccalbegna è: d'azzurro, alla torre al naturale fondata su un colle, accompagnata da mure turrite; in capo una stella di sei raggi d'oro.

 

 

 

                                     LUOGHI DI CULTO

 

CHESA SAN PIETRO E PAOLO

 

Costruzione romanico-gotica del XIII-XIV secolo, trasformata nel XVIII secolo. Nella facciata, ornata da un grande rosone, si apre un portale gotico strombato e decorato. L'interno è ad aula rettangolare conclusa da una scarsella.

All'ingresso, un'acquasantiera rinascimentale e uno stendardo risalente al movimento del Viva Maria del 1799. Seguono una nicchia affrescata con la Madonna della Misericordia tra i Santi Sebastiano e Fabiano (XV secolo), un Crocifisso ligneo policromato trecentesco, una Pietà con i dolenti di Alessandro Casolani e la Madonna con i Santi Cristoforo e Giacomo di Francesco Nasini.

All'altar maggiore, tre tavole con la Madonna col Bambino, San Pietro e San Paolo, parti di un polittico smembrato di Ambrogio Lorenzetti (1340 circa

 

 

ORATORIO DEL SS. CROCIFISSO

 

L'oratorio ha una semplice architettura a pianta rettangolare di origine trecentesca, coperta a capriate e completata dal campanile che si erge di fronte.

L'opera più rilevante che vi si conserva è la Croce attribuita a Luca di Tommè, databile verso il 1360. Tra le altre opere, le testate del cataletto della Compagnia di San Giovanni Battista, ascrivibili a Sebastiano Folli, raffiguranti laMadonna della Misericordia, Cristo in Pietà, Due confratelli in adorazione della Croce e un Angelo con la testa del Battista: tali opere sono state però trafugate negli anni ottanta. Si conservato inoltre tre dipinti siglati da Francesco Nasini: Sant'Antonio da Padova col Bambin Gesù, San Nicola di Bari con l'Angelo e la Madonna col Bambino.

 

 

CHIESA DELLA MADONNA DEL CONFORTO CANA

 

La chiesa venne edificata in epoca rinascimentale come cappella rurale all'esterno dell'abitato.

In epoca barocca l'edificio religioso fu arricchito al suo interno; nel corso dei secoli successivi è riuscito a mantenere pressoché intatto il proprio aspetto originario. Recenti restauri hanno permesso di riportare la chiesa all'antico splendore.

La chiesa della Madonna del Conforto è preceduta da un portico a tre ordini di epoca posticcia.

Il portale d'ingresso è architravato ed affiancato da due caratteristiche finestre laterali di forma quadrangolare che consentivano originariamente la preghiera anche dall'esterno dell'edificio, prima della costruzione del portico; sopra il tetto del portico si apre una finestra semicircolare al centro della facciata principale. Nella parte posteriore dell'edificio si eleva un campanile a vela che culmina alla sommità con un timpano triangolare.

Ad aula unica, in passato vi era conservato al suo interno il dipinto cinquecentesco raffigurante la Vergine del Conforto, che in seguito venne posto nella moderna chiesa parrocchiale di San Martino all'interno del paese.

La chiesa si caratterizza anche per un altare barocco e per il tetto a capriate.

 

 

CHIESA DI SAN PIO VALLERONA

 

La chiesa di San Pio I[1] si trova a Vallerona, frazione del comune di Roccalbegna.

Fu così chiamata in onore del vescovo Pio Santi che, nel 1789, volle l'ampliamento del precedente edificio sacro innalzato nel 1641 e detto della Visitazione o della Madonna del Carmine. All'interno si trova una tela seicentesca con la Madonna del Carmine ed i santi Giovanni Battista e Giuseppe e un dipinto purista con la Madonna col Bambino in trono ed i santi Pio papa ed Antonio abate.

 

 

 

CHIESA DI SAN BERNARDINO TRIANA

 

La Chiesa di San Bernardino è un edificio di culto situato a Triana, nel comune di Roccalbegna.

La chiesa è stata edificata nel 1780, in sostituzione della precedente chiesa dei Santi Bernardino e Antonio, risalente al 1540.

Conserva al suo interno una tela seicentesca di Beato Gioacchino Piccolomini.

(Le notizie sono state assunte da Wikipedia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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