GIM-18843
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IL "PROFETA" DELL'AMIATA ED IL SUO MOVIMENTO RELIGIOSO

          David Lazzaretti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

è uno dei personaggi più noti, enigmatici, carismatici, discutibili, contestati, amati ed odiati, della storia amiatina dell'ottocento. Secondogenito di sette fratelli, nasce ad Arcidosso il 6 novembre 1834 da una famiglia umile, povera, di sani principi morali.  Molto sveglio e vivace impara a leggere e scrivere dal parroco della Chiesa rionale di S. Leonardo; subito dopo viene iniziato dal padre al mestiere di vetturino per trasportare carri di legna, carbone e terra d'ocra alla stazione di Monte Amiata.

          L'attività di barrocciaio, i lunghi e noiosi viaggi, pungolano la sua già fervida fantasia, inducendolo ad una profonda ed intensa meditazione. Oggetto principe del suo interiore "pensiero" la religione, il soprannaturale, il misticismo. Tutto questo sfocia in vere e proprie crisi mistiche, visioni di grande suggestione, che vanno ad incidere positivamente sul suo carattere forte, ribelle, ponendo fine alla vita sregolata, costellata da buon vino, belle donne, risse e scazzottate. 

          Fermamente convinto di dover iniziare e portare a termine una missione divina si sottopone a pratiche ascetiche quali digiuni, ritiri spirituali, meditazioni.

Spinto dalle sue profonde convinzioni si attiva per la realizzazione di una Chiesa in Arcidosso e un eremo sul Monte Labbro o Labaro. 

 

          La sua radicale trasformazione viene positivamente accolta dalla comunità locale ed in particolare dal mondo contadino che gli si stringe attorno decretandone il successo.

 

Anche la Chiesa, all'inizio si schiera dalla sua parte nel tentativo di arginare il fenomeno che sta allargandosi a macchia d'olio e conta sempre più adepti e simpatizzanti. Ormai ufficialmente riconosciuto come il "Santo David" i suoi scritti, le sue pubblicazioni, la sua notorietà, varcano i confini geografici regionali per diffondersi in modo consistente nel Reatino e nella Sabina.

          Gli atti più eclatanti del "profeta" in quel periodo sono sicuramente il campo di Cristo e la Comunità delle Famiglie Cristiane entrambi basati su esperienze di lavoro collettivo e comunione di beni. Tali progetti decretano la nascita di un movimento associativo-cooperativo di matrice ideologica socialista con risvolti sociali non indifferenti.

 

        Sono ottanta le famiglie del territorio amiatino che, sotto la sua guida, si uniscono ed organizzano, mettendo in comune i propri beni e dividendo gli utili, non per motivi economico - politici ma per puro spirito di solidarietà e fraternità.  Entusiasmo, euforia, concordia durano fino a quando David si allontana sempre più frequentemente dal Monte Labbro per i suoi viaggi "diplomatici" che lo conducono anche in Francia dove attinge seguaci e finanziamenti. A quel punto la comunità comincia a scivolare verso il declino. 

          Sale, invece, vertiginosamente, la popolarità del Lazzaretti e questo non è assolutamente gradito a Chiesa e Stato che cercano di arginare la sua ascesa. Lo Stato Pontificio interviene duramente e proclama tutti gli scritti e le opere del Santo David eretici e sovversivi.

          Tornato sul Monte Labbro, dopo aver portato la sua parola anche in Inghilterra, il Lazzaretti organizza  una processione verso i Santuari di Arcidosso e Castel del Piano denominandola “Il manifestarsi al Popolo Latino”.

Il pellegrinaggio non riceve il nulla osta del Delegato di Pubblica sicurezza di Arcidosso ma David e i suoi seguaci, la mattina del 18 agosto 1878, si mettono in cammino e raggiungono la periferia del paese. 

 

        Ad attenderli, alla Croce del Cansacchi, molti arcidossini ed il Delegato per la Sicurezza che intima al Lazzaretti di arrestare il corteo. 

La risposta del Santo David non si fa attendere: "In nome di Dio vado avanti!".

Il delegato ordina di aprire il fuoco ed il profeta viene colpito alla fronte da un bersagliere che per caso (oppure no) si trova sul posto.

 

Soccorso dai suoi seguaci, spira verso sera in una casa di Bagnore ed il suo cadavere viene tumulato nel cimitero di Santa Fiora, unico luogo di accoglienza.

I giurisdavidici superstiti (quattro muoiono con il loro capo spirituale) vengono arrestati e processati per attentato contro la sicurezza interna dello Stato e resistenza.

In seguito la Corte di Assise di Siena, li assolve con formula piena.

Il bersagliere assassino Antonio Pellegrini viene poco tempo dopo, a sua volta, ucciso a Livorno con sette coltellate.

          Il credo del Lazzaretti viene portato avanti dai fedeli rimasti e da altri adepti che, cammin facendo, si aggiungono a loro.

Anche oggi l'eremo Giurisdavidico, ormai diruto, è meta di visite quotidiane.

 

          Mi sia consentito lanciare un appello agli amministratori del Monte Amiata, nessuno escluso, affinchè prendano in seria considerazione la stesura di un progetto comune per far tornare ai vecchi

splendori la Torre Davidica, patrimonio di grande valore per tutti, attivandosi per reperire i fondi necessari. Piange veramente il cuore assistere impotenti al graduale degrado di un luogo così noto e, in qualche modo sacro, i cui soli ospiti stanziali sono asinelli e pecore al pascolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La stazione di Monte Amiata attuale, ormai chiusa

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