GIM-18843 AMIATA IN VERSI | amiata-in-vetrina
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L’AMIATA IN CITAZIONI E POESIE DI ILLUSTRI  PERSONAGGI                                                              ITALIANI

 

 

NOTIZIE DALL'AMIATA             (Eugenio Montale, "Le Occasioni", 1951)

 

Il fuoco d'artifizio del maltempo

sarà murmure d'arnie a tarda sera.

La stanza ha travature

tarlate ed un sentore di meloni

penetra dall'assito. Le fumate

morbide che risalgono la valle

d'elfi e di funghi fino al cono diafano

della cima m'intorbidano i vetri,

e ti scrivo da qui, da questo tavolo

remoto, dalla cellula di miele

di una sfera lanciata nello spazio

e le gabbie coperte, il focolare

dove i marroni esplodono, le vene

di salnitro e di muffa sono il quadro

dove tra poco romperai. La vita

che t'affabula è ancora troppo breve

se ti contiene! Schiude la tua icona

il fondo luminoso. Fuori piove.

E tu seguissi le fragili architetture

annerite dal tempo e dal carbone,

i cortili quadrati che hanno nel mezzo

il pozzo profondissimo; tu seguissi

il volo infagottato degli uccelli

notturni e in fondo al borro l'allucciolio

della galassia, la fascia d'ogni tormento.

Ma il passo che risuona a lungo nell'oscuro

è di chi va solitario e altro non vede

che questo cadere di archi, di ombre e di pieghe.

Le stelle hanno trapunti troppo sottili,

l'occhio del campanile è fermo sulle due ore,

i rampicanti anch'essi sono un'ascesa

di tenebre e dil loro profumo duole amaro.

Ritorna domani più freddo, vento del nord,

spezza le antiche mani dell'arenaria,

sconvolge i libri d'ore nei solai,

e tutto sia lente tranquilla, dominio, prigione

del semso che non dispera! Ritorna più forte

vento di settentrione che rendi care

le catene e suggelli le spore del possibile!

Son troppo strette le strade, gli asini neri

che zoccolano in fila danno scintille,

dal picco nascosto rispondono vampate di magnesio...

...Questa rissa cristiana che non ha

se non parole d'ombra e di lamento

che ti porta di me? Meno di quanto

t'ha rapito la gora che s'interra

dolce nella sua chiusa di cemento.

Una ruota di mola, un vecchio tronco,

confini ultimi al mondo. Si disfà

un cumulo di strame: e tarli usciti

a unire la mia veglia al tuo profondo

sonno che li riceve, i porcospini

s'abbeverano ad un filo di pietà.

 

 

PASSAGGIO       (Mario Luzi, 1942)

 

Ogni sera ci porta più lontano

la notte i fuochi fluidi spenti dagli oliveti,

l'ala del cielo torrido e arborato

di fulmini cristallini.

Finalmente la terra, il profumo della quercia

per le ruvide strade inerpicate

sul fianco dei paesi crocifissi

al sommo di una pallida provincia di grano!

E di suoni una siepe costernata

nell'aria tarda nelle ore morte del giorno

sente una rossa luna perniciosa

liquefarsi nelle acque della Fiora.

Lascia che mi sia triste ricordare

il mio viso incrociato dalle rughe migranti,

un sorriso lontano in estati mulinanti

tra i castagni e la macina;

il mio sguardo addolcito dai tiepidi equilibri

delle nuvole appese sul deserto

di città perigliose sulle frane

e infiorate d'aconito.

Forse erede di me dietro lo schermo

rosato delle mani un fanciullo inclemente

immette il piede freddo come il prisma

nei cicli siderali travolgendo.

 

 

EUGENIO LAZZARESCHI    ("David Lazzaretti", Brescia, Morcelliana, 1945)

 

Se gli aspetti della natura e le tradizioni religiose possano contribuire alla formazione dell'anima mistica delle folle anonime ed alla stessa ascesi del predestinato alla grazia, nessuna terra in Toscana più della montagna di Siena ebbe ed offre ancora nei silenzi eloquenti dei suoi solenni e luminosi tramonti, ammirati dalle cime boschive, la visione della verità eterna e assoluta, adombrata, nella vastità del creato e nella soave mestizia dell'ora, da leggende e da storie spirituali.

 

 

MARIO PRATESI   ("In provincia", Firenze, 1883)

 

Io morirò con la nostalgia di questi luoghi, e se la mia anima resta, prego che ella si avvolga col vento che dai macigni dell'Amiata va lungo la Fiora malinconica fino al mare.

 

 

LA PESCHIERA    (Padre Ernesto Balducci,Firenze,1966)

 

La chiesetta giallognola, sotto il cui pavimento mormorano le onde sotterranee in cerca di luce, mi appare come sospesa tra il cristallo delle acque e il diamante cupo dei castagni che sovrastano. I miei vecchi raccontano che in aprile i bambini si recavano in processione a gettare ghirlande di fiori entro il bacino delle mirabili sorgenti. Spesso ho pensato che quelle sorgenti, gloria e refrigerio della mia gente, abbiano avuto influsso perfino nel suo carattere che è, nell'intimo, dolce come acqua sorgiva.

 

 

GIAN DOMENICO PERI   (poeta contadino Arcidosso, 1564-1639)

 

Felicissimo monte, ove natura

col ciel concorde ogni sua grazia pose,

lieta e dolce stagion, ch'a l'amorose

alme da vita, e luce eterna e pura;

Bene a te larga fu l'eterna cura

in darti tante doti altrui nascose,

raro pregio dei monti, in cui ripose

l'uman diletto ogni più nobile cura.

Splenda in te dunque il ciel chiaro e lucente

d'ogni stagione, nè mai nembi e procelle

turbino il ciel del tuo liet'oriente.

 

 

PAPA PIO II,  ENEA SILVIO PICCOLOMINI  (dai "Commentari", 1462)

 

Se alcun luogo mai attrasse i poeti con le soavi ombre, o con le fonti argentine, e con le verdeggianti erbe dei ridenti prati, qui essi rimarranno tutta l'estate; poichè noi stimiamo che a questi gioghi dell'Amiata non siano da paragonarsi quelli di Cirra e Nisa, tanto esaltati dalle mitiche favole, e neppure da preferirsi sia la valle di Tempe col suo fiuma Peneo.

 

 

DANTE ALIGHIERI   (Purgatorio, canto VI)

 

Vieni, crudel, vieni e vedi la pressura

 dei tuoi gentili, e cura lor magagne,

 e vedrai Santafior com'è sicura.

 

 

 

GIACOMO BARZELLOTTI ("Monte Amiata e il suo profeta", Milano, F.lli Treves, 1910)

 

L'aria vi è purissima; il clima aspro d'inverno, piacevolmente temperato d'estate; ricca la vegetazione digradante per varietà di colori dal fosco rossastro dei faggi, che coprono fitti la parte superiore del monte, e dal verde intenso dei castagni e dal cupo degli abeti e dei cerri sottostanti, al cinereo degli olivi e al verde chiaro dei vigneti sparsi lungo il pendio fino al piano....

All'ombra degli antichi castagni, per i luoghi più solitari, nella pace dei meriggi estivi, sulle praterie ondulate sparse di muschio, ove luccicano serpeggiando vene chiarissime, fra le grandi scogliere, sparse di licheni, pare aliti ancora un'aura di leggende. 

Citazioni e versi ricavati da http://www.webamiata.it/tiantolo.htm - piccola antologia amiatina 

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